Riserva Naturale Orientata "Sambughetti Campanito"
Presentazione
La Riserva Naturale Orientata “Sambughetti - Campanito“ è stata istituita con Decreto n° 85 del 2000 con il fine di conservare e tutelare un importante relitto di faggeta con aspetti di vegetazione igrofila legati al laghetto Campanito.
La dislocazione dell’area é quasi interamente nelle parti sommitale delle pendici dei monti Sambughetti (1559 metri s.l.m.) e Campanito (1512 metri s.l.m.); quest’ultimo spicca per la sua guglia quarzarenitica.
La vegetazione assume caratteristiche tipiche dell’Appennino continentale per la presenza di una fitta faggeta che rappresenta il limite meridionale dell’attuale areale del faggio.
Tutto il massiccio è caratterizzato dalla presenza di aree umide sia di affioramento delle acque freatiche, sia di veri e propri ambiti umidi con laghetti e piccoli stagni; tra queste aree certamente la più famosa è quella dei laghetti della contrada Campanito, tra cui l’omonimo laghetto (m 1257 s.l.m.), che presenta un diametro di circa m 100 ed una profondità di m 3-4 (Brullo et al., 1994), posto immediatamente a valle dell’omonimo monte e dominato dalla bella mole rocciosa della Rocca Campanito, in un quadro bucolico montano di grande effetto paesaggistico. Nei laghetti, contornati da alcune pozze stagionali e da vari pantani, la vegetazione si distribuisce in fasce concentriche ad andamento orizzontale, sottoposte alle oscillazioni del livello delle acque lacustri. Queste oscillazioni sono dovute non solo alla maggiore o minore frequenza delle precipitazioni ed alla evapotraspirazione, ma anche all’uso che delle acque stesse si fa per il pascolo di transumanza e quindi all’emungimento o alla diretta utilizzazione come bevaio dei due bacini maggiori. In estate i laghetti si ricoprono del verde della lenticchia d’acqua e delle fioriture di ranuncolo e di potamogeton, mentre in inverno la superficie ghiaccia creando un paesaggio dai toni tipicamente alpini.
La biodiversità del massiccio è attestata dal vasto bosco della Giumenta con querce, aceri, agrifogli, etc. e dalla vicina sughereta di c/da Suvarita-Coniglio.
La zona della riserva è particolarmente ricca di funghi che richiama raccoglitori sia professionisti che improvvisati.
In questi ambienti vive una fauna ricca di specie: La testuggine palustre siciliana, diversi anfibi, la biscia, la martora, il gatto selvatico, il picchio rosso maggiore, la poiana, falchi ed altro.
Tra le rocce di c/da San Martino si trova un acquedotto medievale, mentre dall’alto della cima di Rocca Campanito, raggiungibile mediante i resti di un’antica scala, probabilmente di costruzione araba o addirittura bizantina, si possono vedere i grandi cerchi di pietrame che un tempo servivano per coprire i cumuli di neve che in estate avrebbero garantito la provvista di ghiaccio ai paesi a valle. Tra gli alberi si intravede un roccione scavato a mano, per ottenere una spartana ma calda abitazione, la “grutta dè nivarula” (la grotta dei nevaioli) che serviva per gli uomini che salivano sulla montagna per la raccolta della neve.
