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La flora del Monte Altesina

La varietà morfologica si riflette nella ricca biodiversità della Riserva. La montagna, partendo dalle pendici più basse, è caratterizzata da vaste zone di pascolo piuttosto povero, alternato qua e là da rare macchie di Ginestra dei Nebrodi (Genista aristata), endemica della Sicilia nord orientale, e di Ginestra odorosa (Spartium junceum). Lungo i sentieri che si inerpicano verso l’alto si incontrano anche esemplari di Perastro (Pyrus communis), una sorta di progenitore delle tante varietà di pero oggi conosciute, e di Prugnolo (Prunus spinosa), entrambi caratterizzati da profumati fiori bianchi. Progressivamente i versanti dell’Altesina cominciano a ricoprirsi di un fitto bosco di querce latifoglie sempreverdi, con una predominanza di Leccio (Quercus ilex), frammisto nelle quote più basse a querce caducifoglie del gruppo di Quercus pubescens, come Quercus dalechampii, Quercus virgiliana e a pochi esemplari di Sughera (Quercus suber).

Sull’Altesina il leccio ha attecchito anche oltre i 1100 metri sul livello del mare, ben oltre i 500 metri in cui si trova abitualmente. È proprio questa caratteristica che ha fatto dell’Altesina una riserva naturale. Un tempo le fitte leccete ricoprivano gran parte della Sicilia, oggi sono presenti solo in poche aree; fra esse è di grande importanza, per la sua vastità, quella di cui stiamo parlando. Il leccio ha un aspetto molto bello a giugno, quando i suoi fiori maschili, piccoli e di colore giallo, compaiono distribuiti su lunghi e fitti amenti che ricoprono le chiome degli alberi. E spesso i tronchi sono avvolti dal muschio e dall’edera (Hedera helix).

Il sottobosco della lecceta è caratterizzato dalla presenza di specie arbustive come il Prugnolo (Prunus spinosa), lo Spazio villoso (Calicotome villosa), il Pungitopo (Ruscus aculeatus), la Pulicaria (Pulicaria odora), la Salsapariglia (Smilax aspera) e l’euforbia (Euphorbia characias). Sono presenti specie lianose come il Tamaro (Tamus communis) e l’edera (Hedera helix). Numerose le specie erbacee tra le quali si ricordano il ciclamino napoletano (Cyclamen hederifolium), l’Avena (Arrhenatherum sp.), l’Aplenio maggiore (Asplenium onopteris), ecc. Frequente anche il Cerfoglio meridionale (Anthriscus nemorosa). E’ stata anche segnalata (Vazzano 1998) la presenza del Camedrio siciliano (Teucrium siculum), specie endemica della Penisola italiana e Sicilia e indicatrice di substrati acidi. Dove il bosco è più rado, invece, attecchiscono i Rovi (Rubus ulmifolius), la Rosa canina (Rosa canina) e il Biancospino (Crataegus monogyna).

Sull’Altesina, inoltre, sbocciano numerose varietà di fiori, dal comunissimo papavero Rosolaccio (Papaver rhoeas) alle diverse specie di giaggioli, tra cui il Giaggiolo di Sicilia (Iris pseudopumila) e la Bellavedova (Hermodactylus tuberosus), al Colchico di Bivona (Colchicum bivonae), all’Anemone fior di stella (Anemone hortensis), all’Asfodelo mediterraneo (Asphodelus microcarpus). E poi ancora il Giaggiolo a foglie strette (Iris unguicularis), il Ciclamino napoletano (Cyclamen hederifolium), il Ciclamino primaverile (Cyclamen repandum), l’Acanto spinoso (Acanthus spinosus), l’Asfodelo giallo (Asphodeline lutea), il Lampagione (Muscari comosum) e il Narciso selvatico (Narcissus poeticus). Presenti alcune specie di orchidee (Orchis commutata e Orchis italica).
Importanti sono anche i funghi che, nel bosco di leccio sono rappresentati dal Leccium lepidum, il fungo di Leccio per eccellenza; mentre tra le basse erbe e i resti vegetali sono presenti Amanita muscaria e Amanita phalloides.

Le rocce di quarzareniti vengono negli anfratti colonizzate dalla borracina cespugliosa (Sedum caespitosum) dalle belle fioriture bianco- rosee. 

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