Il Laboratorio di Sanità Pubblica dell’Azienda Sanitaria Provinciale n° 4 di Enna ha cominciato, con la collaborazione della Provincia Regionale di Enna e dell'Università degli Studi di Enna "Kore", un monitoraggio aerobiologico per lo studio dei pollini aerodispersi presso la Riserva Naturale Speciale del lago di Pergusa. Per il monitoraggio è stato installato presso la Riserva un campionatore volumetrico per la raccolta dei pollini.
L’attività, ha lo scopo di identificare le varie specie polliniche e di far conoscere l’andamento medio della loro concentrazione per metro cubo di aria, valido strumento per la prevenzione di manifestazioni allergiche e respiratorie. Così è possibile preparare dei calendari pollinici delle zone esaminate. In genere si distingue un’alta stagione pollinica che corrisponde al periodo primaverile-estivo (che va da aprile a settembre), e due stagioni minori che interessano rispettivamente il periodo pre-primaverile e il periodo estivo-autunnale. La conoscenza di questi periodi è di notevole importanza per medici e pazienti sia ai fini preventivi che diagnostici e terapeutici.
Nella stagione pre-primaverile hanno un ruolo predominante i pollini di cipresso, nocciolo, etc..; nella stagione primaverile-estiva prevalgono i pollini di graminacee, di olivo e di parietaria; nella stagione estiva-autunnale prevalgono i pollini di artemisia, ambrosia, etc..
Le previsioni polliniche vengono elaborate partendo dalle concentrazioni rilevate e tenendo conto di alcuni fattori come le previsioni meteorologiche per la settimana corrente e l’andamento climatico dell’anno in corso.
L’allergia da polline, che si manifesta periodicamente con sintomi clinici nasali (starnutazione, prurito, rinorrea e ostruzione), associati spesso a congiuntivite e talvolta ad asma, insorge in soggetti predisposti per l’azione degli allergeni liberati da alcuni pollini.
Il polline fa parte dell’androceo cioè la parte maschile del fiore, che raggiungendo la parte femminile è in grado di germinare al fine di consentire la fecondazione; esso, sottoforma di granuli, ha in genere una forma arrotondata od ovoide e misura da 2 a 250 µm. E’ circondato da una parete esterna (l’esina), ricca di sporopollenina, e da una parete interna (l’intina), più sottile e di natura celluloso-pectica. Per indurre manifestazioni cliniche i pollini allergenici, oltre ad essere prodotti in grande quantità ed essere affidati al vento dalle piante a impollinazione anemofila, devono possedere nel loro interno proteine che siano in grado di agire come allergeni e che, una volta emessi, vadano a stimolare nei soggetti atopici la sintesi degli anticorpi IgE, inducendo l’insorgenza delle reazioni allergiche.
Ad avere importanza allergenica sono soprattutto le piante erbacee (Graminacee, Composite, Urticacee, Amarantacee), che non dispongono di mezzi di attrazione per gli insetti, essendo prive di petali colorati, di nettare, etc.., così che sono costrette ad affidare al vento i propri pollini. I fiori colorati sono molto raramente responsabili di pollinosi in quanto emettono una scarsa quantità di polline ed il loro polline è generalmente grosso e pesante e quindi difficilmente in grado di disperdersi in atmosfera.
Il Laboratorio di Sanità Pubblica effettua anche ad Enna Alta, ormai dal marzo 2003, il monitoraggio aerobiologico.
Testo consultato:
1999 – CORSICO R., D’AMATO G., FRENGUELLI G. - Le piante come fonte di allergia. GPA srl, Milano.